Qualche giorno fa siamo stati a Bologna per una delle nostre lezioni più appassionanti: un incontro dedicato all’architettura bioclimatica di interni, pensato per architetti, designer, ma anche per chi – senza essere del mestiere – ha capito quanto sia importante la casa che abitiamo, ogni giorno, per il nostro benessere fisico e mentale.
Parlare di case sane non è più un vezzo da addetti ai lavori: è una necessità. E questo vale per tutti. Ogni elemento della nostra casa – dai materiali ai colori, dalla disposizione degli arredi all’orientamento delle finestre – può influenzare profondamente la qualità della nostra vita.
Nel nostro studio Goldmann & Partners lavoriamo da quasi quarant’anni per rendere reale questa consapevolezza. Durante l’incontro bolognese abbiamo messo a fuoco alcuni concetti chiave: che cos’è il comfort ambientale? Come si ottiene la coerenza tra clima interno ed esterno? Quali materiali naturali sono davvero sostenibili? E come possiamo, anche senza stravolgere tutto, cominciare a rendere più sano e armonico il nostro spazio abitativo?
La risposta non è mai una sola. Ma il metodo sì. Un metodo che considera l’architettura d’interni come un sistema bioclimatico, in relazione continua con il corpo umano, il paesaggio, la luce, i suoni, i ritmi della natura. Un metodo che mette insieme la scienza dell’ambiente, l’arte della progettazione e il rispetto per chi abita uno spazio.
Abbiamo parlato di luce naturale, di ventilazione incrociata, di qualità dell’aria, di colori che “curano” e materiali che respirano. Ma soprattutto, abbiamo ascoltato. Perché ogni casa è diversa, come ogni persona che la abita.
Il bello di queste giornate? Che c’è sempre un prima e un dopo. Prima, c’è la percezione vaga che “qualcosa non va” nella propria casa. Dopo, c’è la consapevolezza che quel disagio può avere un nome e, soprattutto, una soluzione.
E se anche tu vuoi saperne di più su questo modo nuovo – ma profondamente antico – di pensare gli spazi, iscriviti alla nostra newsletter o scrivici a info@raremood.it . Perché una casa può (e deve) farti stare bene. E se non lo fa, vale la pena capire come migliorarla.