Editoriale di Isabella Goldmann
Sono le 23:47 e sto ancora scorrendo la documentazione di un produttore tessile portoghese. Certificazioni, filiera produttiva, tracciabilità delle materie prime. Il nostro centro studi ha esaminato 127 aziende nelle ultime tre settimane. Di queste, 43 sono passate alla fase successiva. Le altre? Non abbastanza trasparenti, non abbastanza coerenti, o semplicemente non all’altezza di ciò che Raremood vuole rappresentare.
Vi scrivo da quello che internamente chiamiamo “il cantiere” – il backstage frenetico, caotico, elettrizzante di quello che sarà il nuovo Raremood. E voglio portarvi dentro, perché state aspettando. Perché ci state seguendo. Perché meritate di sapere cosa stiamo costruendo per voi.
Il Centro Studi non dorme (letteralmente)
Il nostro team di ricerca è in quello che definisco “superlavoro controllato”. Ogni espositore che promuoveremo sul nuovo sito passa attraverso un processo di verifica che non lascia spazio all’improvvisazione:
- Audit documentale completo: certificazioni ambientali, politiche sociali, trasparenza della supply chain
- Interviste dirette: parliamo con i founder, visitiamo (quando possibile) le produzioni, verifichiamo le promesse contro la realtà
- Cross-check indipendente: non ci fidiamo solo di quello che ci viene detto. Cerchiamo, verifichiamo, confrontiamo
È un lavoro enorme. Estenuante. Ma è l’unico modo per garantire che quando vedrete un prodotto su Raremood, potrete fidarvi ciecamente della sua autenticità sostenibile.
Non stiamo creando l’ennesimo marketplace che si dipinge di verde. Stiamo costruendo qualcosa che ancora non esiste: una piattaforma dove ogni singolo oggetto ha una storia verificata, una filiera tracciata, un impatto misurabile.
Green Circle: la mostra che educa
Parallelamente, stiamo progettando Green Circle, la nostra mostra didattica sulla sostenibilità domestica che debutterà a gennaio 2026 all’interno di Milano Home.
Non sarà una vetrina. Sarà un percorso.
Ogni oggetto selezionato – e stiamo davvero scegliendo chicche assolute – racconta un pezzo della complessità del vivere sostenibile: dal tessile alle ceramiche, dall’illuminazione ai materiali naturali, dall’artigianalità locale all’innovazione tecnologica responsabile.
L’obiettivo? Che chi attraversa Green Circle esca con domande nuove, sguardo più acuto, capacità di distinguere il greenwashing dalla sostanza. Stiamo lavorando con scenografi, lighting designer e curatori per creare un’esperienza immersiva che non predichi, ma ispiri.
Il sito che non esiste (ancora)
«Ma quindi, tecnicamente, è possibile?»
Questa è la frase che ripeto più spesso nelle riunioni con gli sviluppatori. Perché quello che stiamo progettando non ha precedenti.
Un sito dove:
- Ogni prodotto ha una scheda di trasparenza con dati verificabili e non marketing vuoto
- Gli utenti possono filtrare per valori reali (non solo “eco-friendly” generico, ma certificazioni specifiche, materiali precisi, pratiche documentate)
- Le storie degli artigiani sono parte integrante dell’esperienza di acquisto
- La tracciabilità non è un optional ma lo standard
Stiamo facendo riunioni su riunioni. Wireframe, user journey, testing, correzioni. Ogni funzionalità viene discussa, smontata, ricostruita. Perché non vogliamo fare “un bel sito”. Vogliamo fare una piattaforma che cambia le regole.
Gli sviluppatori ci guardano con un misto di ammirazione e terrore. Ma stanno capendo la visione. E stanno costruendo qualcosa di straordinario.
Mystery client: la sostenibilità sotto copertura
E nel frattempo, non ci fermiamo.
Il nostro lavoro di mystery client continua: hotel di alto profilo, ristoranti stellati, strutture che si dichiarano sostenibili. Entriamo come ospiti. Osserviamo tutto. Verifichiamo le promesse contro l’esperienza reale.
Quanta plastica monouso in una suite che si definisce eco-friendly? Da dove arrivano realmente gli ingredienti del menù “a km zero”? Qual è il ciclo di vita della biancheria? Come viene gestito lo spreco alimentare?
Le nostre recensioni non saranno gentili per dovere di cortesia. Saranno oneste, documentate, utili. Perché il lusso sostenibile o è vero, o non è lusso.
Meno di un mese (forse)
Se tutto va secondo i piani – e quando mai tutto va secondo i piani? – saremo live tra meno di un mese.
Il sito, intendo. Perché Raremood, in realtà, è già vivo. È nelle conversazioni che stiamo avendo con i produttori. È nelle notti passate a verificare filiere. È nell’energia di questo team che crede in qualcosa di più grande di un e-commerce.
Abbiamo ancora un sacco di cose da fare:
- Finalizzare le ultime verifiche sugli espositori
- Completare le schede prodotto con i dati di trasparenza
- Testare (e ri-testare) ogni funzionalità del sito
- Chiudere la scenografia di Green Circle
- Scrivere le recensioni dei mystery client
- E probabilmente altre cento cose che scoprirò domattina
Siamo occupatissime. Siamo stanchissime. Siamo super cariche.
Perché sappiamo che quello che stiamo costruendo farà davvero la differenza.
Un invito a rimanere curiosi
Questo è il momento più delicato e più eccitante. Il momento in cui tutto quello che abbiamo immaginato sta prendendo forma tangibile. Il momento in cui la visione diventa piattaforma, ricerca diventa selezione, ideale diventa oggetto.
E voi siete parte di questo.
La vostra attesa non è passiva. È aspettativa costruttiva. È la pressione positiva che ci tiene oneste, esigenti con noi stesse, fedeli alla promessa iniziale: creare uno spazio dove il lusso e la responsabilità non sono in conflitto, ma in perfetta sintonia.
Tra meno di un mese, il nuovo Raremood sarà live.
Nel frattempo, continuate a seguirci. Continuate a fare domande. Continuate a essere la community curiosa, esigente, consapevole che meritate di essere.
Perché quando apriremo, non sarà solo il nostro progetto.
Sarà anche vostro.
Isabella
P.S. — Se avete segnalazioni di artigiani, produttori o realtà sostenibili che dovremmo conoscere, scrivetemi. Il cantiere è aperto anche ai vostri suggerimenti. Stiamo costruendo questo insieme.
Original picture @Giulia Bonaso






