Ti è mai capitato di guardare un film e rimanere incantato non solo dalla storia, ma dagli spazi, dalle luci, dalla scelta dei materiali?

Spesso il cinema è una delle più grandi fonti di ispirazione per chi progetta o sogna gli ambienti in cui vivere. Non si tratta solo di scenografie spettacolari, ma di vere e proprie lezioni su come lo spazio dialoghi con chi lo abita.
DUNE 1 e 2 sono esempi straordinari di questo concetto. Denis Villeneuve ha costruito un universo visivo in cui architettura, materia e luce raccontano molto più di quanto sembri. I palazzi monolitici, le superfici grezze, l’uso di spazi immensi privi di decori superflui comunicano un senso di potere, di disciplina, ma anche di isolamento. È un’estetica che parla per sottrazione, che suggerisce più di quanto mostri. La stessa logica si può applicare a un interno ben progettato: non sempre è la quantità di elementi a definire la qualità dello spazio, ma la loro relazione con chi li vive.
Ma l’architettura di DUNE non si ferma alle forme. Il colore è un linguaggio potente, e nei due film tutto è calibrato su tonalità terrose, sabbiose, minerali. A uno sguardo distratto potrebbe sembrare una palette monocromatica, ma in realtà ogni sfumatura esiste, solo declinata nella chiave giusta: marroni che tendono al rosso, grigi che sfiorano il blu, ocra che dialogano con i bronzi. Questo è un insegnamento raffinato: la coerenza cromatica non significa banalità, ma una scelta consapevole dell’interazione tra i toni.
Lo stesso principio è applicato anche ai costumi, che sono una naturale estensione delle architetture. Le stoffe sembrano quasi scolpite, lavorate per esaltare la matericità di ogni piega, come fossero parte del paesaggio stesso. L’abbigliamento e l’architettura condividono la stessa filosofia: forme essenziali, ma potenti, materiali studiati per resistere, colori che parlano la lingua della natura.
Guardare un film con l’occhio dell’architetto significa capire il ruolo della luce. In DUNE, la luce filtra attraverso fessure, crea geometrie sulle pareti, enfatizza i volumi. È un elemento progettato tanto quanto gli edifici stessi. Questa attenzione può essere portata anche negli interni reali: la luce non è solo funzionale, ma un elemento in grado di modellare lo spazio, di renderlo accogliente o imponente, di modificarne la percezione.
DUNE è solo un esempio, ma il cinema è pieno di capolavori in cui l’architettura e il design sono protagonisti tanto quanto i personaggi. Blade Runner 2049, con le sue atmosfere distopiche e la luce tagliente, Her, con il suo design caldo e avvolgente che racconta una tecnologia umana e vicina, Brazil, con il suo brutalismo visionario che deforma la realtà. Ogni film può diventare una lezione di stile, se lo si guarda con lo sguardo giusto.
Forse, la prossima volta che ti immergerai in un film, potresti provare a fare questo esercizio: osserva gli spazi, la luce, i materiali, i colori. Chiediti cosa ti trasmettono, quali dettagli potresti portare nella tua casa, cosa potresti reinterpretare nella tua quotidianità. Perché allenare l’occhio alla bellezza significa educare il proprio modo di vivere. E se scopri qualche film con ambientazioni e scenografie interessanti, scrivici!
Siamo sempre alla ricerca di questo.

Crediti foto: https://insideart.eu/2024/03/01/dune-2-un-capolavoro-di-colori-design-e-architettura-moderna/